Arrivata la prima famiglia ucraina

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la prima famiglia ucrainaCanale ha dato il suo benvenuto alla prima famiglia ucraina fuggita dalla guerra rovinosa che sta mietendo vittime su entrambi i fronti.

“Siamo orgogliosi – commenta il sindaco di Canale Monterano, Alessandro Bettarelli – di aver ricevuto questo primo gruppo di cinque persone. Nel nostro piccolo abbiamo voluto dar loro il massimo della nostra ospitalità e vicinanza. Ihor, Oksana e le loro tre figlie sono arrivati stanchissimi dalla città di Irpin, tra i centri più colpiti da quest’orribile guerra. Fatte le pratiche burocratiche e sanitarie, cercheremo nel più breve tempo possibile di farli integrare nella nostra comunità, per farla diventare anche un po’ la loro. La speranza è che la nostra accoglienza non serva più nel prossimo futuro, ma finché questo non accadrà, noi saremo pronti a fare del nostro meglio. Gli amici ucraini saranno ospitati presso la Guest House comunale, un punto d’accoglienza creato quattro anni fa, che ha visto passare tanti uomini e donne bisognosi di un posto in cui stare: bimbi Saharawi a giovani ricercatori italiani, atleti polacchi e argentine. Sotto l’organizzazione del nostro parroco, Don Giacomo, promotore di questo grande gesto di solidarietà, che ha seguito i nostri ospiti, tappa dopo tappa, fino all’arrivo a Canale, si sono messi a disposizione decine di cittadini per fornire i beni di prima necessità. Un sentito grazie va anche ai volontari delle Parrocchie e della Caritas, alla nostra Protezione Civile Comunale, sempre efficiente nei momenti di bisogno, ai Frati del Sacro Eremo di Montevirginio e al Comando Aereonautica Militare di Vigna di Valle e al suo Comando Carabinieri, per i generi di prima necessità concessi”.

“Lo scrittore londinense G.K. Chesterton – aggiunge Don Giacomo, parroco di Canale Monterano, promotore dell’iniziativa di solidarietà, che ha seguito il lungo calvario della famiglia iniziato il 25 febbraio scorso - scrisse che l’uomo dovrebbe 'pregare come se tutto dipendesse da Dio, ma agire come se tutto dipendesse da noi'. Davanti alla richiesta di accogliere un gruppo di famiglie non potevo rimanere nella periferia del dolore solo osservando, senza una risposta concreta. Ho sempre creduto nella sinergia che abbiamo raggiunto con l’Amministrazione Comunale e le altre associazioni del territorio, forse una delle cose positive che ci ha portato la pandemia del 2020. Questa sinergia che significa rispetto, stima e fiducia mi ha permesso di proporre l’accoglienza immediata di questi amici ucraini, adulti o bambini non era importante, la cosa che ci premeva era offrire loro un posto sicuro e accogliente, anche se lontani da casa, doveva essere un'oasi nel deserto della guerra che facesse loro non perdere la speranza. La disponibilità immediata dei responsabili comunali, della Protezione Civile, dei membri delle Parrocchie e di tanti altri, ci ha portato a un lavoro di squadra per il quale tutti abbiamo apportato la nostra parte migliore. Posso affermare che le persone di Canale e Montevirginio, dai più piccoli ai più grandi hanno saputo mostrare a questi fratelli che sono a Casa, e che non devono perdere mai la speranza di un domani dove l'uomo dovrà imparare a chiamarsi, come Papa Francesco ha ripetutamente detto, ‘fratelli tutti’.”