i Butteri

i Butteri di CanaleLa storia dei Butteri e della simbiosi tra uomo e cavallo inizia con gli Etruschi, con l'uso intenso che questi ne fecero per le attività pastorali e per quelle belliche. L'etimologia del termine "Buttero" è incerta: c'è chi l'attribuisce al vocabolo greco Boutes (mandriano) e chi ne vede l'origine nel latino Boum ductor (conduttore di buoi). E' comunque innegabile che i mandriani della Maremma toscana e laziale abbiano usi e tradizioni comuni ben consolidati nel tempo, che si sono tramandati fino ad oggi.

butteri dell'Agro PontinoDopo la definitiva scomparsa degli Etruschi, gli insediamenti urbani della Maremma vennero abbandonati e il territorio diventò per secoli un malsano susseguirsi di acquitrini, paludi e campi incolti dove l'unica attività ancora possibile (anche se estremamente rischiosa) era l'allevamento del bestiame. Una vita talmente selvaggia che portò anche a considerare i Butteri come pericolosi briganti.

Una certa rivalutazione i Butteri la ottennero solo nell'800 quando iniziarono le prime opere di bonifica del territorio e l'economia agro-pastorale divenne una delle più importanti fonti di reddito. Il Buttero era l'unico, oltre al padrone, a godere del privilegio della cavalcatura e a ricevere una paga molto più alta degli altri dipendenti.

Buffalo Bill's Wild West ShowI Butteri restarono comunque nell'ombra del loro umile lavoro fino a quando, nel 1890, i giornali si occuparono di loro per la famosa sfida di doma vinta da Augusto Imperiali (detto Augustarello) di Cisterna di Latina, buttero della casata Caetani, durante la tappa romana del "Wild West Show", lo spettacolo itinerante del colonnello William Cody (Buffalo Bill). la sfida di Cisterna di LatinaDal quotidiano "Il Messaggero" del 10 marzo 1890: ".... il morello, tenuto con le corde, si dibatte frenetico; s’alza sulle zampe di dietro, tira rampate. I butteri le schivano sempre con la sveltezza di uomini esperti. Riescono finalmente a mettergli la sella con il sottocoda, e d’un salto uno dei butteri gli è sopra. E’ Augusto Imperiali. Nuova tempesta di applausi. I butteri, entusiasti del successo ottenuto, saltano, ballano, buttano all’aria i cappelli, tanto per imitare in tutto quello che si è visto fare dagli americani. Augusto Imperiali fa una stupenda galoppata intorno al campo, tenendo con la destra le redini e agitando con la sinistra il cappello. Tutte le sfuriate del cavallo non riescono a muoverlo dal posto un solo momento. Sceso a terra, è chiamato ad avvicinarsi ai primi posti dove riceve le più vive congratulazioni da tutti, compresa la Duchessa di Sermoneta ed i suoi figli..."

bardella di Bartolozzi (Tolfa)L'abbigliamento del Buttero si adatta al duro lavoro che lo porta ad attraversare macchie e spinare, realizzato con materiali resistenti e duraturi: calzoni di fustagno, cosciali in pelle di capra o in cuoio, giacca o gilet di velluto, cappello nero. Si protegge dalla pioggia con un mantello di grandi dimensioni (il pastrano, reso impermeabile da una miscela di olio di lino e di altre erbe), e in mano stringe il pungolo, un bastone impiegato per stimolare buoi e cavalli.

butteri e cavalli di Enrico Coleman (1846 - 1911)La sella per eccellenza è la bardella, con un arcione molto ridotto e un piccolo frontale di legno. Molto utilizzata anche la scafarda, la sella regolamentare della cavalleria militare, andata pensione dopo la seconda guerra mondiale, più comoda e robusta della bardella, realizzata in vacchetta con cuscini imbottiti e rivestimenti in cuoio.

Il cavallo Maremmano, una delle 24 razze ufficiali italiane, è l'animale tipico da lavoro utilizzato dai Butteri. Dagli Etruschi fino all'800 ha mantenuto le sue caratteristiche iniziali: robusto e generoso (ma ombroso), con testa pesante e profilo montonino, zampe robuste e zoccoli resistenti, dal manto morello, baio o sauro. Dalla fine dell'800, grazie all'incrocio con il purosangue inglese, ha raffinato la portatura e il carattere fino a diventare un ottimo compagno per il lavoro e le passeggiate. E' stato utilizzato con ottimi risultati anche nelle gare di salto da Raimondo D'Inzeo e Graziano Mancinelli, a dimostrazione che il Maremmano non è solo adatto al lavoro nei campi.

processione dell'Associazione Butteri di Canale per S. AntonioL'Associazione dei Butteri di Canale Monterano nasce agli inizi degli anni '70, per l'esigenza di mantenere un contatto con le tradizioni che in quegli anni tendevano a far scomparire. All'Associazione aderirono butteri e appassionati anche delle zone limitrofe a Canale Monterano (Vejano, Barbarano, Civitella Cesi) e si cominciò con l'organizzare alcune manifestazioni che servissero da richiamo per chi volesse avvicinarsi a questo mondo permeato di tradizioni e natura.

preparazione dell'acquacottaUna di queste, il Riarto, è la rievocazione dei raduni che si svolgevano due volte all'anno (prima delle partenze per i pascoli estivi e per quelli invernali) nel corso dei quali i Butteri barattavano le merci che poi sarebbero servite durante i loro viaggi, marchiavano le mandrie con i simboli dei proprietari (la cosiddetta merca) e si sfidavano in giochi di abilità a cavallo.

cattura del vitelloDa più di 40 anni il Riarto dei Butteri viene organizzato verso la fine di maggio in località Torara, uno spazio che l'Università Agraria di Canale Monterano ha messo a disposizione dell'Associazione contribuendo alla costruzione delle infrastrutture e offrendo un importante supporto logistico.

Gare di abilità a cavallo (il Saracino, il gioco del cappello, il gioco della rosa, la gimkana, la cattura del vitello) e stand enogastronomici per degustare piatti tipici locali a base di verdure (tra i quali la rinomata acquacotta) contribuiscono a creare un felice momento aggregativo nel nome di una tradizione genuina e autentica che affonda le radici nell'allevamento del bestiame brado e nella storia di Canale Monterano.