I Bagni di Stigliano, o Aquae Apollinares Veteres come le chiamarono i romani, erano considerati un luogo di sosta sia per gli Etruschi sia per i Romani che, di ritorno dalle campagne militari, si fermavano per riposarsi e purificarsi nelle acque termali.
Gli Etruschi utilizzarono le acque salutari in maniera naturale come sgorgavano dal suolo. Vi fondarono un villaggio e ne sono testimonianza le necropoli e gli oggetti antichi ritrovati. L’abitato etrusco, localizzato probabilmente nel bosco a nord dell’attuale stabilimento termale, era sorto in corrispondenza dell’importante via di comunicazione collegava Caere con Tarquinia, attraverso l’attuale territorio di Castel Giuliano, le Pietrische e la media valle del torrente Mignone. Fu la presenza delle acque salutari e l’attrazione delle terme che salvarono Stigliano dalla decadenza in cui erano precipitarono i centri etruschi dell’entroterra ceretano dopo la conquista romana.
I Romani vi costruirono stabilimenti termali strutturati, che divennero fastosi in epoca imperiale, quando Stigliano conobbe il periodo più felice della sua storia. La fioritura economica e culturale è testimoniata dai resti di una strada selciata, la via Cornelia detta localmente la Selciatella, e dai ruderi delle terme e del tempio, scoperti occasionalmente nel 1928 e messi in luce durante gli scavi archeologici sistematici condotti da Lidio Gasperini nel decennio del 1970.
Il santuario e le terme erano dedicare ad Apollo, il dio guaritore delle malattie. Il nome del villaggio romano era Aquae Apollinares, com’è stato definitivamente accertato nel corso della campagna di scavo del 1975, col ritrovamento di un’epigrafe marmorea. In seguito venne aggiunto l'aggettivo Veteres per distinguerle dalle Aquae Apollinares Novae (le Terme di Vicarello) sempre nell'area dei monti Sabatini.
Le acque furono conosciute anche con il nome di Thermae Stygianae, associate dalla fantasia popolare alle acque paludose dello Stige, uno dei cinque fiumi che nella mitologia greco-romana scorreva negli inferi. Plinio il Vecchio, la cui Naturalis Historia costituisce un preziosissimo documento storico-culturale, nel I° secolo d.C. narra che era severamente proibito alle legioni romane, di ritorno dall’Egitto, entrare in Roma se prima non fossero passate da Stigliano per purificarsi. Sotto l’imperatore Tiberio, le Thermae Stygianae costituivano l’unica e sempre frequentatissima stazione termale più vicina alla capitale, grazie anche alla strada Selciatella costruita appositamente per facilitarne l’accesso, le cui tracce sono ancora visibili nelle vicinanze.
L’abitato romano di Stigliano era il centro di riferimento di una zona agricola molto popolata e lungo la Selciatella, o sparsi nella campagna, sorgevano alcuni piccoli insediamenti a carattere agricolo e molte ville-fattoria, abitate da piccoli e medi proprietari terrieri e dai loro servitori e braccianti. Ancora oggi nei quarti di Canale e Manziana, durante l’esecuzione di lavori agricoli, affiorano dal terreno nuovi resti di muri, frammenti di laterizi e oggetti di terracotta.
Dall’epoca romana, le notizie relative ai Bagni di Stigliano emergono solo nel medioevo: secondo un documento le terme, unitamente al locale castello furono lasciate dal Conte d’Anguillara Pandolfo III ai suoi figli nel 1321; la successiva testimonianza, datata 1493, attribuisce la proprietà al principe Virginio Orsini e a tale periodo risalgono anche degli scritti che descrivono le proprietà benefiche delle acque, relativamente alla loro efficacia per le malattie erpetiche, per i reumatismi e per i dolori sifilitici, oltre che per l’effetto coagulante nella cura delle ossa e delle piaghe. Un ulteriore salto temporale nelle notizie relative alle terme di Stigliano porta al 1700 quando sotto la proprietà dei principi Altieri venne costruito un albergo di villeggiatura e una chiesetta dedicata a Santa Lucia, dando così vita ad un piccolo borgo e i bagni tornano a essere frequentati come luogo di cura.
Le acque termali di Stigliano sono di natura salso-iodico-sulfurea, con una temperatura che varia dai 36 gradi della Fonte di Bellezza ai 58 gradi del Bagnarello. Legate al fenomeno vulcanico sabatino, vengono utilizzate prevalentemente per la cura di malattie della pelle, dell’apparato locomotore, dell’apparato respiratorio, dell’apparato urinario e del ricambio. Sotto la struttura vi è ancora oggi la grotta sudatoria, risalente alla Roma imperiale, dove è possibile sentire l’acqua sgorgare direttamente dalla fonte.
Le Terme sono circondate da un parco di venti ettari che fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani. La presenza delle acque termali che scorrono in profondità ha reso la flora di Stigliano straordinariamente esuberante, con aceri, querce centenarie, lecci, roveri, noccioli, tamerici e bambù giganti che si associano alla predominante distesa di pini romani.
The Stigliano Thermal Baths or Aquae Apollinares Veteres, as the Romans called them, were considered a place of restoration by both the Etruscan and the Romans, who stopped by the thermal waters after a military campaign to restore and purify themselves.
The Etruscan used the healing waters naturally as they sprang up from the soil. There they founded a village, as evidenced by the necropolis and the ancient findings. The Etruscan settlement, probably set at the North of the wood where the actual thermal baths are, was built on the important main road that linked the modern territory of Castel Giuliano, Pietrische and the middle valley of the stream Mignone. The healing waters and the thermal attracion preserved Stigliano from the decline the other Etruscan
village fell in after the Roman conquest.
The Romans built well structured baths which became magnificent during the Imperial Age, when Stigliano experienced the happiest period of its history. The economical and cultural flourishing is testified by the remains of a paved road, the Via Cornelia locally called Selciatella (from selce, silex in the italian language, TN) and by the ruins of the thermal baths and the temple, discovered by chance in 1928 and brought to light during the archaeological digging led by Lidio Gasperini in the decade of 1970.
The Sanctuary and the thermal baths were dedicated to Apollo, the god of illness and healing. As verified during the excavations of 1975 with the finding of a marble effigy, the name of the roman village was Aquae Apollinares. Later the name changed into Aquae Apollinares Veteres to distinguish them from Aquae Apollinares Novae (Vicarello Thermal Baths), always in the area of the Sabatini Mountains.
The healing waters were also known as Thermae Stygianae, associated by popular imagination to the marshy waters of Stige, one of the five rivers that in Roman-Greek mithology flew into the underworld. Plinio il Vecchio, whose Naturalis Historia is a precious cultural and historical document, in the Ist century A.D. tells that the Roman legions back from Egypt were forced to stop at Stigliano and get purified before entering Rome. Under the emperor Tiberio, the Thermae Stygianae constituted the only, and very popular, thermal baths closest to the Capital, also thanks to the Selciatella, especially built to facilitate the access and whose traces are still visible nearby.
The Roman village of Stigliano was the point of reference of a very populated agricultural area and, all along the Selciatella, or scattered on the countryside, arose small agricultural settlements and lots of villa-farms inhabited by small and medium landowners and their servants and farmhands. Fragments of walls and terracotta objects still emerge from the soil in Manziana and Canale during the agricultural works.
Since the Roman period, the news related to the Bagni of Stigliano only emerge during the Middle Ages. According to a document, the thermal baths, together with the castle, were left by the Count of Anguillara Pandolfo III to his sons in 1321. The following attestations date from 1943 and assignes the property to the Prince Virginio Orsini. To this period also date some writings describing the healthy properties of thermal waters and their effectiveness against herpetic deseases, rheumathism and syphilitic pains as well as for their coagulant effects in the treatment of bones and sores. A further time jump in the news regarding the thermal baths of Stigliano lead us to 1700, when a holiday hotel and a church dedicated to Santa Lucia were built under the Princess Altieri property, creating a small village where the thermal baths began to be used again as a health resort.
The thermal baths of Stigliano are of salt-iodine-sulphur nature and its temperature goes from 36 degrees of Fonte di Bellezza to 58 of Bagnarello. Related to sabatinum volcanic phenomena, they are mainly used in the treatment of skin deseases, musculo-skeletal, respiratory, urinary and metabolic sysyem. Under the structure there are still the steam cave, dating back to Imperial Rome, where you can hear the water gushing directly from the spring.
The thermal baths are surrounded by a 20-hectare park that belongs to the circuit Grandi Giardini Italiani. The presence of the deep running thermal waters made the flora of Stigliano incredibly exuberant with maples, centuries-old oak trees, holm oaks, oaks, hazelnut trees, tamarisks and giant bamboos among the predominant expanse of roman pines.